Perché?
Osservando gli uccelli conosciamo specie nuove, impariamo le leggi della natura e veniamo a conoscenza di alcuni dei molti problemi che riguardano l’ambiente. L’avifauna è, infatti, uno dei bioindicatori dei cambiamenti che avvengono nell’ecosistema. D’altro canto, osservare gli uccelli nel loro ambiente naturale è anche piacevole e rilassante.
Quando?
La maggior parte degli uccelli è più attiva al mattino, prima dell’alba, e poi due o tre ore al tramonto. In questi periodi anche i loro richiami sono più intensi. Durante il giorno, soprattutto nelle ore più calde, la loro attività si riduce.
Alcuni uccelli si possono osservare soltanto in determinate ore del giorno. È il caso degli uccelli notturni, come la Beccaccia (Scolopax rusticola), il Succiacapre (Caprimulgus europaeus) e diversi rapaci notturni, che durante le visite diurne di solito non notiamo. È possibile vedere ed ascoltare questi animali soprattutto di notte, a tarda sera o al mattino presto.
La maggior parte delle specie di uccelli è particolarmente sensibile al disturbo nella fase riproduttiva ed in maniera particolare da aprile ad agosto, periodo in cui si dedicano quasi esclusivamente alla protezione ed all’allevamento dei piccoli. Alcuni uccelli nidificano in colonie, le coppie di altre specie, invece, scelgono un proprio sito di nidificazione che poi difendono dagli intrusi. Sono soprattutto i maschi che marcano i confini del loro territorio con il canto e le dimostrazioni visive della loro presenza, il che ci aiuta nella stima del numero degli uccelli nidificanti in una determinata area.
In primavera ed in autunno gli uccelli migratori fanno la loro comparsa in stormi più o meno numerosi che durante il viaggio possono fermarsi varie volte per riposarsi e nutrirsi. In questo periodo anche la Val Stagnon è una delle zone di passo dove possiamo osservare grandi stormi di passeriformi, uccelli acquatici e palustri. Soprattutto con tempo nuvoloso e piovoso incontriamo tante specie di uccelli interessanti che il maltempo ha costretto a fermarsi sulla via verso la loro destinazione finale.
Dove?
Gran parte dell’avifauna si può osservare in prossimità dell’acqua (riva del mare, saline, laghi, grandi pozzanghere e fiumi), ma nella maggior parte dei casi dobbiamo usare un (apposito) cannocchiale. Nel bosco cerchiamo di individuare gli uccelli con l’udito, più che con la vista, infatti, tra le chiome degli alberi è più difficile vederli che sentirli. Sui prati, invece, gli strumenti principali per osservarli sono il binocolo ed il cannocchiale..
Nella Val Stagnon osserviamo gli uccelli e le altre specie animali da particolari postazioni, dove, nascosti da pereti schermate, non li disturbiamo con la nostra presenza e quindi spesso si avvicinano a tal punto che possiamo vederli bene anche ad occhio nudo. Queste postazioni sono sistemate in modo da permettere l’osservazione di tutti gli habitat della riserva. Attraverso grandi fessure rettangolari i visitatori possono anche fotografare ambienti ed animali. Quindi, salire sugli argini non è né necessario né consigliabile: in questo modo, infatti, spaventeremmo tutto il mondo vivente del circondario. Oltre a disturbare gli animali, impediremmo anche agli altri visitatori di godere indisturbati questi tesori della natura.
Come?
Lo strumento più importante per l’osservazione degli uccelli è il binocolo con un ingrandimento da 7 a 10 volte. Per il birdwatching degli uccelli acquatici, dei limicoli e di quelli che volano più distanti è consigliabile l’impiego di un cannocchiale con ingrandimenti da 20 a 30 volte.
Un altro accessorio importante (ausilio, strumento per) nell’osservazione degli uccelli è una guida illustrata per il riconoscimento delle specie. Oggi in commercio se ne trovano moltissime.
Durante l’osservazione degli uccelli in natura è consigliabile un abbigliamento non appariscente, per non disturbare ed inquietare gli animali. A questo proposito, ricordiamoci di fare quanto meno rumore, sia camminando sia parlando.